Il tempo del pensiero

IL METODO FEUERSTEIN

Il tempo del pensiero


di Ester Lombardini

 Pubblicato su Sensate Esperienze n. 41 dicembre 1998



"L'unica cosa che dura nel tempo è la legge della fattoria:
occorre preparare il terreno, metterci il seme, coltivarlo, annaffiarlo, poi,
gradualmente, curarne la crescita e lo sviluppo, fino alla piena maturità...
non c'è un sistema più veloce."
(Stephen Covey)


Che fare quando nel tuo ruolo di educatore incontri bambini o adulti o adolescenti in difficoltà che richiamano la tenera immagine del vecchio che si perde nella nebbia del film 'Amarcord' di Fellini?
Prenderlo per mano, tranquillizzarlo, è questo l'aiuto che serve a mobilitare in lui quei processi cognitivi che dovrebbero consentirgli di imparare a pescare piuttosto che di ricevere il pesce?
Prendiamo un esempio: perché l'allievo "A" con notevoli difficoltà di orientamento spaziale non riesce ancora ad andare in bicicletta da solo per una tragitto che ha più volte percorso con un adulto? "Ma come, te l'ho ripetuto tante volte e non hai ancora imparato!" "Qui non c'è proprio più niente da fare". Siamo tentati di gettare la spugna, passiamo da sentimenti di impotenza a constatazioni del tipo "ma non è intelligente".
Riaffiora di nuovo in noi la vecchia rappresentazione dell'intelligenza come dono [Carugati e Mugny, 1988].
Intorno agli anni '20 il maestro di mio padre raccontava ai suoi alunni: "Nostro Signore aveva due pentole, in una c'era il cervello, nell'altra il pancotto. Quando ha creato te ha messo nella tua testa solo pancotto", una vecchia storia dura a morire che non assegna certamente un ruolo significativo all'educatore.
Riprendiamo il nostro caso "A" e registriamo invece un esempio di mediazione, sicuramente impegnativa, e che può provocare in lui una Modificabilità Cognitiva Strutturale.

 



 

Fermiamoci qui. Di quanta mediazione avrà bisogno ancora il nostro allievo "A" per prendere sicurezza e andare da solo senza paura di perdersi nella nebbia?. Non si sa, è certo però che gli va data tutta quella mediazione che gli serve per attivare quelle funzioni cognitive che non ha finora potenziato, ma che può potenziare utilizzando non solo la strumentazione Feuerstein ma approfittando, come in questo caso, di una uscita in bicicletta (Ambiente Modificante).

Una Esperienza di Apprendimento Mediato riuscirà per esempio a far apprendere l'importanza di darsi dei punti di riferimento e questo diventerà parte integrante del funzionamento cognitivo dell'allievo A che saprà trasferirlo in altri contesti: "Se cerco un punto di riferimento non mi perdo, posso esplorare, posso trovare la strada e posso anche cambiarla". "Ogni ragazzo può, ma anche ogni insegnante può, ogni genitore può" [Motto Educativo del Dipartimento dei Servizi Sociali ed Educativi di Israele - Conferenza Internazionale, Luglio 1998, Shoresh, Israele]

Quali altri cambiamenti potrà produrre nell'individuo una Esperienza di Apprendimento Mediato?
Da cambiamenti di tipo affettivo e relazionale (diminuzione dell'aggressività, partecipazione attiva, disponibilità ad autovalutarsi, sentimento di competenza, diminuzione dell'ansia di fronte al nuovo e al complesso, diminuzione della frustrazione di fronte all'errore...) a cambiamenti di tipo cognitivo e metacognitivo (utilizzazione di un vocabolario appropriato, sviluppo di strategie inconsuete, tendenza a leggere spontaneamente le istruzioni, correzione spontanea dell'errore, bisogno di precisione, attenzione e concentrazione, pertinenza delle risposte...)
E l'allievo A? Ha comperato senza alcun suggerimento un'agenda per scrivere i propri appuntamenti: è diventato per lui un bisogno interiorizzato quello di organizzarsi per non dimenticare le date delle lezioni P.A.S. che la sua mediatrice gli spostava di frequente... intenzionalmente?

GLOSSARIO MINIMO

Il Metodo è stato elaborato dal Prof. Feuerstein, docente di psicologia e pedagogia presso l'Università di Bar Ilan di Tel Aviv e presso la Vanderbilt University di Nashville (Tennessee), direttore inoltre dell'International Center for the Enhancement of Learning Potential (ICELP) di Gerusalemme, un centro di ricerca, formazione e terapia ai soggetti interessati e alle loro famiglie. Il Metodo è nato in Israele nel II dopoguerra, si basa sulla teoria della Modificabilità Cognitiva Strutturale e sul concetto di Esperienza di Apprendimento Mediato ed è articolato in tre sistemi applicativi: LPAD (Learning Potential Assessment Device) che valuta in maniera dinamica la capacità dell'individuo di modificarsi, il P.A.S. Programma di Arricchimento Strumentale che la rinforza e consolida, e l'Ambiente Modificante che la realizza nel modo più completo possibile.


Modificabilità Cognitiva Strutturale: è la convinzione che in ogni età e situazione l'individuo sia modificabile sul piano cognitivo, che in ogni individuo sia presente una disponibilità ad attivare risorse ancora latenti.

Esperienza di Apprendimento Mediato: apprendimento che si verifica in presenza di un mediatore che si interponga con intenzionalità e comportamento attivo tra il soggetto e l'ambiente.
La metafora dell'impalcatura ben focalizza il ruolo del mediatore: l'impalcatura sorregge e consente la costruzione ma è distinta dalla casa ed è pensata già in partenza come temporanea. Non c'è Esperienza di Apprendimento Mediato se non c'è trasferibilità dell'apprendimento in altri contesti.

LPAD Learning Potential Assessment Device: è un sistema di diagnosi dinamica dei processi cognitivi e della capacità della persona di modificarsi in base alle potenzialità presenti.

Programma di Arricchimento Strumentale P.A.S.: rappresenta lo strumento di intervento strettamente collegato all'LPAD ma che può essere applicato anche senza nessuna competenza dell'LPAD. Lo strumento sperimentato per circa 25 anni è stato reso pubblico nel 1980 e attualmente è diffuso in 45 paesi e tradotti in 17 lingue. Si compone di 14 strumenti che comprendono complessivamente più di 500 esercizi carta e matita ed è applicato in differenti contesti (dalla scuola alla formazione professionale, all'educazione degli adulti, all'impresa e alla riabilitazione degli anziani). Si presenta in particolare come un mezzo di notevole efficacia per intervenire sul disagio giovanile e sull'handicap.

Ambiente Modificante: costituisce un sistema di intervento sul contesto socio ambientale. Creare per esempio una rete di condivisione di principi ed obiettivi tra le differenti figure di adulti e tra i differenti contesti (scuola, famiglia, lavoro...) consente di rendere più efficace l'intervento sul soggetto.